Guardava oltre l’orrore

Daniele Mencarelli – Tratto da “Bambino Gesù”, Edizioni Nottetempo, 2013

Avevo un pavimento da lavare

io che prendo tutto come una missione

anche questo lavoro da tanti disprezzato,

affrettai ancora di più la marcia

sul corridoio di marmo lucidato.

Andavo incontro a due ragazzi

il figlio in braccio mi dava le spalle

loro ci giocavano e lui rideva,

gli fui davanti proprio mentre si girava,

perdonami per la durezza delle parole,

di un bambino aveva il corpo

ma il viso quello di un mostro

sotto gli occhi niente naso niente bocca

solo buchi di carne viva.

Non so se fu più forte

la pietà o forse il disgusto,

quasi correndo abbassai la testa,

ma già avevo la certezza

che di lí a poco l’avrei rivisto

per quel passaggio a me obbligato.

Persi tanto tempo nelle mie faccende

prima di andare mi augurai la loro assenza

poi via sul corridoio di marmo lucidato;

il caso me lo presentò ancora di spalle

ancora preso dai suoi giochi divertiti,

a farlo ridere così di gusto

non erano stavolta i genitori

ma un’anziana suora

distante un palmo dall’orribile viso,

vidi il sorriso di lei e le sue parole:

“Ma quanto sei bello, che bel bambino sei”.

Per giorni m’accompagnò il dubbio

non riuscivo a crederla bugiarda,

poi una chiarezza si fece strada,

quegli occhi opachi di vecchia devota

guardavano un punto oltre l’orrore,

lì c’era solo un bambino che giocava.

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