Come trovare Dio?

Don Alberto Ravagnani

A tanti piace viaggiare, ma non sempre si pensa che la strada è importante quanto la meta: se si sbaglia strada, non si raggiunge la meta; ma se non abbiamo una meta, qualunque strada ci farà girare a vuoto. Se poi prendiamo la via giusta, ma procediamo nella direzione sbagliata, più corriamo lungo la via e più velocemente ci allontaniamo dall’obiettivo. Quante volte anche a noi succede di intraprendere un percorso di vita, un’amicizia, un lavoro, una storia con una persona e, strada facendo, verifichiamo che i contesti cambiano, le persone si rivelano diverse da come speravamo; noi stessi non ci sentiamo all’altezza della situazione… È molto difficile avere una guida sicura con cui vivere un vero dialogo, un compagno di viaggio che non abbandona, consiglia con discrezione, invita senza obbligare, propone senza imporre, rispetta i tuoi silenzi, condivide con te i suoi talenti e ti aiuta a realizzare i tuoi sogni. I Dodici questa fortuna ce l’hanno avuta: conoscere Gesù – e riconoscerlo come amico – è bastato loro per seguirlo e amarlo. Quando, però, dopo tre anni, lui stesso parla di partenza, di ritorno a casa del Padre, restano sconcertati. Tommaso parla per tutti, continuando con lui un dialogo sincero e mai interrotto, anche nei momenti più duri: vuol sapere come continuare a seguirlo, anche ora che nessuno dei discepoli ne conosce la via. La risposta di Gesù apre orizzonti inediti, inesplorati: un cammino tutto nuovo, adatto agli amanti del viaggio della vita. Provare a fidarci di Gesù come Via, Verità, Vita è sfida, provocazione, possibilità, realtà per raggiungere la meta: l’amicizia con Dio. La sua parte – fino alla morte e alla risurrezione – Gesù l’ha messa già. Ora sta a noi metterci sulla linea di partenza: il viaggio è al suo start ogni giorno. Con l’avvertenza che – se dovesse risultare necessario – Lui è sempre pronto a farsi trovare lungo la strada per ascoltarci e darci una mano.

1 Commento

  1. Anch’io tante volte, davanti a decisioni prese e nelle quali avevo riposto tante aspettative, ho avvertito un senso di delusione quando il risultato di tale scelte non è stato quello che mi aspettavo. Seguivano poi una serie di recriminazioni: se avessi fatto così, se avessi detto di più, se… se… se…, obiezioni all’infinito finalizzate per lo più a trovare giustificazioni al mio modo di fare, in modo che potessi “colpevolizzare” gli altri dei miei fallimenti. Così facendo sbagliavo strada, mi allontanavo sempre di più dalla meta, dalla verità e da me stessa.
    C’è una canzone molto bella di Niccolò Fabi, dice che non si può vivere solo di inizi, di entusiasmi, perché “in mezzo c’è tutto il resto e tutto il resto è giorno dopo giorno e giorno dopo giorno è silenziosamente costruire e costruire, è sapere di poter rinunciare alla perfezione”.
    Con il tempo si scopre, per una nostra esigenza innata, che siamo bisognosi ed è proprio questo bisogno che ci muove, che ci fa ripartire ogni volta. Comprendi per grazia che se anche le cose non vanno secondo i nostri progetti, ciò che importa veramente è riconoscere Colui che si fa Presenza in ciò che ci accade.

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