Le mani di Sonia

Michele Lugli – Fraternità e Missione →

Tutte le domeniche, una zingarella si ferma davanti alla nostra chiesa, nel quartiere romano della Magliana, per chiedere la carità ai fedeli che escono dalla messa. Si chiama Sonia, è poco più che una bambina. Mi fermo spesso a parlare con lei. Un giorno si avvicina, ha un odore non proprio gradevole. Vedo che ha le mani particolarmente sporche. Le dico che una signorina come lei deve avere cura di sé. Lei però mi guarda e si limita ad alzare le spalle, come se non capisse ciò che le sto dicendo. Io non desisto, la invito a entrare in sacrestia e chiedo a suor Francesca di aiutarla a lavarsi le mani con il sapone. Mentre Sonia si asciuga le prendo le mani, le annuso ed esclamo: “Che buon profumo!”. Suor Francesca conferma che il profumo si sente in tutta la stanza. Allora invito anche Sonia ad annusare le sue mani e le domando se il profumo le piaccia. Lei sorride compiaciuta.

Il mio semplice richiamo etico, anche se corretto, non aveva spostato Sonia nemmeno di un centimetro. Quando invece ho accompagnato Sonia a lavarsi e le ho fatto sentire il profumo delle mani pulite, allora lei ha potuto fare esperienza del bene. Adesso Sonia conosce la differenza tra il buono e il cattivo odore, e può (e deve) decidere che cosa desidera per sé.

Mi pare che questo sia il metodo usato da Gesù con la Maddalena, con Zaccheo e con ognuno di noi. Egli ci accompagna affinché noi possiamo fare esperienza del bene.

Nella comunità cristiana, ci sono sempre persone nelle quali riconosciamo il profumo buono di una umanità più vera: un modo più vero di vivere lo studio, il lavoro, il rapporto con la fidanzata, le amicizie… Quel profumo ci colpisce e ci rimane impresso nella memoria, tanto che ci sorprendiamo ad averne nostalgia. Vogliamo risentire quel profumo, ci sembra impossibile vivere rimanendone lontani.

Se qualcuno non ci ricorda ciò per cui siamo fatti, corriamo il rischio di abituarci all’odore del male e dimentichiamo il profumo del bene.

1 Commento

  1. Tutti noi siamo un po’ Sonia. A volte ci nascondiamo imbrattandoci di profumo senza lavarci, mascherando il sudiciume. A volte ci diamo una lavata veloce e superficiale togliendo la patina esterna. Ma la sensazione più bella rimane comunque quando riusciamo a farci un bel “bagno”, liberatorio e purificante. E a decidere siamo sempre e solo noi. Perché il dispenser del sapone è sempre li e sempre pieno.

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