Alzati e dai Gloria a Dio!

Cristian Scaramozza

Ciao Don Paolo
approfitto che tutta la famiglia è a letto per scriverti subito visto che domani partiamo per Amsterdam e sarà un altra settimana intensa.

Mentre ti scrivo mi rendo conto solo ora che in tutta la settimana non ho mai controllato la mail del lavoro… e rimango stupito di questa cosa… non so dirti quando sia stata l’ultima volta che sia successa una cosa del genere… per me staccare completamente la testa dal lavoro è qualcosa di quasi impossibile ed il fatto che sia successo per una intera settimana ha del miracoloso… la mia fede non è mai stata e penso mai sarà solida, granitica, inattaccabile ma questo ormai ha smesso di preoccuparmi da anni ormai io vedo che stando in questo cammino, stando in questa compagnia succedono delle cose e questo per me basta e avanza per farmi dire che ne vale la pena… io vedo costantemente delle prove che qualcosa succede che qualcosa di bello e di vero accade e questo è sufficiente a farmi dire che devo continuare a camminare in quella direzione con questa compagnia…

Vengo al motivo per cui ti scrivo… come dicevo ieri sera io sono rimasto colpito dalla parte della testimonianza di Piccinini in cui dice:
Il gusto della vita non è negato a chi sbaglia ma a chi non ha un senso dell’infinito, del destino, dell’ideale, del Mistero presente, perché allora il problema non è sbagliare o non sbagliare. Il gusto della vita non è negato a chi sbaglia; è negato a chi non ha un nesso con il Destino che fa le cose con il Mistero presente.

E’ una frase bellissima se vuoi per certi versi anche consolatoria e rassicurante, ma io purtroppo per mia indole non mi accontento delle “belle frasi” ho bisogno di vedere delle prove, dei fatti, un qualcosa che mi dimostri che non è solo una bella frase ma che è realtà.

E’ questa volta la prova mi è arrivata da una storia che arriva direttamente dalle Olimpiadi di Parigi. Io amo lo sport in ogni sua forma e manifestazione, sono convinto che sia una grande palestra di vita e sono felice di aver ancora una volta trovato una traccia di quello che cercavo in un evento legato allo sport soprattutto dopo che qualche giorno prima proprio dallo sport avevo ricevuto un messaggio decisamente opposto quando ho visto delle persone “povere di spirito” criticare e deridere una splendida 19nne che urlava al mondo la sua gioia per essere arrivata quarta alle olimpiadi.

La storia che mi ha colpito è quella di Odette Giuffrida.
Odette Giuffrida è una campionessa azzurra di judo vincitrice di una medaglia d’argento ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro 2016 ed era in pedana per la finale valida per la medaglia di bronzo contro una judoka brasiliana amica di Odette.
Era in pedana per realizzare il suo sogno di vincere 3 medaglie in 3 edizioni consecutive dei giochi olimpici.
Odette perde e perde alla fine di un battaglia durissima e per mano dell’arbitro che con una decisione contestatissima le assegna un cartellino giallo che decreta la sua sconfitta.
Mentre tutti sono intenti a protestare contro l’arbitro le telecamere riprendono una immagine di Odette che dice qualcosa alla sua avversaria stremata come lei, ma travolta dall’emozione e la aiuta a rialzarsi.

A prima vista una immagine di uno dei tanti bellissimi momenti di vero sport che le Olimpiadi sanno regalarci se non che poco dopo Odette rivela cosa ha detto alla judoka brasiliana in quel momento ovvero: “Alzati e dai Gloria a Dio !!”
Di fronte ad una frase del genere sono rimasto folgorato e allora ho indagato oltre e ho scoperto che Odette aveva pubblicato un lungo post su Instargram a spiegare il suo gesto.

Sono su un volo di ritorno da Parigi.
Sto tornando a casa. Così, con cosi tanti pensieri ed emozioni. Il viaggio di ritorno è sempre il più difficile dopo le gare che non vanno. Sei costretto a stare su un aereo, senza telefono, senza distrazioni. Sei costretto ad ascoltarti. Fermarti e capire veramente quello che stai provando. E io, io sono qui che scrivo per capirmi.

Dicono che scrivere aiuta a mettere in ordine i pensieri. E allora che sto provando? Volevo prendermi cosi tanto quella medaglia. Ho superato ogni mio limite fisico e mentale per farcela. Me la meritavo. La mia famiglia era sugli spalti e io volevo fargli vivere una giornata indimenticabilmente felice. Se la meritavano tanto anche loro. E il mio Paese, i miei amici, per tutti noi. Per ringraziare il Signore di tutto di fronte a tutti. Lo volevo davvero, ho lavorato e ci ho creduto. E adesso sto tornando a casa cosi. Cosa è successo? Provo a distaccarmi un po’, cerco di vedere le cose da più lontano.
Quando prego, ringrazio sempre il Signore per ogni singola opportunità. Gli chiedo di aiutarmi ad essere ogni giorno la mia migliore versione come atleta e come persona. Sono tante le mie preghiere, ma alla fine, alla fine c’è ne è sempre una: che Lui possa usarmi per testimoniare al mondo come il suo amore può cambiare le nostre vite.

Perché è quello che ho sentito da quando la fede è entrata nella mia vita.
Appena scesa dal tatami, a caldo, mi è stato chiesto quello che pensavo. La mia risposta è stata che non sapevo bene quello che stavo provando e il perché di tutto, ma che il Signore me lo avrebbe mostrato. Ho perso. Non ho realizzato quello che avrei voluto e fa male, non posso negarlo. Ma in questi giorni mi sono resa conto di quanti cuori sono riuscita a toccare semplicemente abbracciando la mia “avversaria” e ricordandole quello che ci siamo sempre dette: “noi diamo il nostro meglio, e alla fine la Gloria sarà del Signore, sempre.” Mi sono arrivati tantissimi messaggi dal Brasile, dall’Italia, da tutto il Mondo. Messaggi che parlavo di quanto fosse arrivato forte questa testimonianza di fede, l’esempio di quanto l’amore di Dio può cambiare le nostre vite. La pace che può darti anche in un momento così difficile.
E allora mi fermo a riflettere e penso di aver capito quel famoso perché. Il Signore ha realizzato le mie preghiere, mi ha usato per qualcosa di più grande. Sono riuscita a ringraziarlo davanti al Mondo, non come immaginavo, ma in un modo ancora più forte, insieme a Larissa Pimenta, la stessa persona che anni fa, dopo un allenamento, decise di portarmi in una chiesa in Brasile e mi ha fatto conoscere cosa significa avere un rapporto profondo con Dio. Da quel giorno le nostre vite sono cambiate. Ed oggi eccoci qui, indipendentemente da quello che è successo su quel tatami, indipendentemente dalla vittoria o dalla sconfitta, a ringraziarlo in una finale olimpica, davanti al Mondo, per tutto.
Non posso nascondere che c’è una parte di me che a volte si sente triste per non aver fatto vivere la felicità che meritavate a tutti voi, vincendo la mia terza medaglia olimpica. E credo che le lacrime che stanno scendono siano date da questo pensiero. È umano. Non sarei qui se non avessi avuto questa motivazione.
Ma sono sicura che il Signore si prenderà cura di questa mia parte .
Ed il bello è proprio questo, io posso sentirmi sincera, posso sentirmi me stessa con Lui al mio fianco. Non temo nulla.

Ecco questa è una testimonianza forte e chiara che la frase di Piccinini non era solo una bella frase, ma può essere verità, una prova tangibile che si può affrontare la vita con quella consapevolezza e con quel gusto.
Di fronte ad una prova del genere penso che valga la pena “investire” nel dare tutta la vita con gratitudine.

Grazie per questa settimana…

A presto

Christian