Il mondo del libro e il mondo della realtà

Tratto da “Generati mediante il Vangelo” di don Fabio Rosini p. 16-25

[…] Quale è stato il fatto più rilevante nell’arco del secondo millennio europeo che ha cambiato l’orientamento della storia umana? […] L’invenzione della stampa. […]

Con Johann Gutenberg, che tra il 1448 e il 1454 prepara l’avvento della stampa a caratteri mobili, avvenuto nel 1455, si compie il passaggio dalla cultura orale alla cultura alfabetica. Se nella cultura orale la parola è una forza viva, risonante, attiva e naturale, nella cultura alfabetica la parola diventa un significato mentale, secondo l’assolutizzazione della percezione visiva con le sue derive astratte.

Cos’era un libro prima del 1455? […] Leggere un libro. […] Dire un libro. […] Infatti fino a Gutenberg, chi leggeva un libro lo declamava sempre a voce alta, anche in privato, come fanno i bambini quando imparano a leggere.

Fino al 1455 la lettura mentale che tutti comunemente utilizziamo oggi era sconosciuta, o perlomeno inusuale. […]

Fino a Gutenberg, come già detto, ogni testo si leggeva a voce alta e la cosiddetta lettura endofasica o mentale che oggi usiamo comunemente non era praticata. […]

Nel racconto della Creazione, non vien detto: “Dio pensò: ‘Sia la luce!’ e la luce fu – ma: “Dio disse: ‘sia la luce!’ e la luce fu”.

Dire non pensare.

La parola non è solo senso, è suono, e solo allora è veramente parola, perchè passa per la carne e crea quell’evento fisico, il suono, che richiede l’udito, non solo la vista, e allora la parola diventa atto, non solo concetto. […]

Intendere il testo come un’astrazione logica è una delle cose più drammatiche che siano successe nella storia umana. […]

Cosa succede, infatti con l’invenzione di Gutenberg? Cambia la concezione stessa della trasmissione dei testi scritti e del libro. […] I libri iniziano a circolare in modo sempre più esteso. […]

Il mondo del libro mi permette di viaggiare nel mondo delle speculazioni, delle idee, delle comprensioni solo teoriche e questo diviene altro dal suono il quale invece accade nel mondo reale.

Allora esiste una verità desunta da un libro, che può vivere di vita propria e non tangere immediatamente la realtà…

60 anni dopo Gutenberg compare Lutero. Con Lutero il testo biblico è esaminato in una dimensione completamente a-liturgica, e il mondo della deduzione logica -che può essere profonda quanto si vuole, ma comunque resta de-materializzata- porta ad una scissione fra il mondo della verità compresa e il mondo della realtà vissuta. […]

Niente carne, solo pensiero. Solo comprensione. Solo concetto.

Questa è una assolutizzazione della conoscenza mentale. A quanti millimetri siamo dall’astrazione come dittatura cui sottomettere la realtà? […] Sarà il passo successivo.

In nome della Chiesa “autentica” dedotta astrattamente, Martin Lutero si separa dalla Chiesa reale, concreta, storica. In nome di una verità senza carne, viviseziona la stessa carne della Chiesa.

La ragione varrebbe più della comunione. […]

Quel che viene sdoganato è che la verità è ciò che capiamo, mentre ciò che accade è sub-judice, si può mettere in discussione. Siamo quindi al paradosso che la verità astratta contesta la realtà. La realtà non è la verità, la verità appartiene al mondo logico. La verità è estranea alla materia.

La deriva del modo di intendere la verità come riserva esclusiva del mondo delle idee porterà al razionalismo, la cui caratteristica sarà l’interpretazione del reale non a partire dall’esperienza, ma dal pensiero: Descartes, Spinoza, Leibniz ne saranno i rappresentanti. Arriverà poi l’illuminismo di Kant, e Voltaire e Rousseau sottometteranno ai ‘lumi’ della ragione l’intera vita umana, per arrivare poi all’idealismo hegeliano.

C’è una battura orale attribuita ad Hegel che riporto in tutta la sua bruttezza: “Se i fatti non si accordano con la teoria, tanto peggio per i fatti”. […]

Che l’abbia detta o no, corrisponde esattamente al suo pensiero; corrisponde al massacro che questo pensiero ha innescato, quello per cui si parte dalla convinzione che l’idea valga più della realtà -convinzione che in psico-dinamica porterebbe alla diagnosi di uno stato psicotico- ma in filosofia ha avuto la più accreditata cittadinanza e ha generato il marxismo, il nazismo, e tutte le ideologie opposte o simili. E i Gulag, e le oppressioni del popolo cinese sotto Mao Tse-tung, e tanto altro.

Il delirio che parte dai modelli hegeliani e dalle ipotesi passate per certe  porta diritti e filati ad Auschwitz, ossia alla cultura del mondo perfetto nel nome del quele si puà sterminare un’etnia. […]

Ogni ideologia ha come comune denominatore la forzatura dell’idea sulla realtà, perchè in essa domina il pensiero.

Quale riscontro ha tale metodo? Le ideologie sono tutte fallite. E sono fallite perchè false, ancorate come erano all’assolutizzazione del mondo del libro, e avendo perso, per supponenza, il rapporto con il mondo della realtà.