Lui canta per te!

Michele Lugli

In questo tempo di pandemia e di quarantena per il Corona Virus tutti vogliamo tornare alla normalità. Questo desiderio legittimo nasconde però un pericolo. Il rischio è di sprecare questa crisi come se fosse solo una parentesi da superare il prima possibile per tornare alla vita di prima. Il rischio è di perdere il richiamo che contiene il momento eccezionale che stiamo vivendo. 

Il virus è una sfida non solo per la scienza, la politica e l’economia ma per la vita personale di ciascuno di noi. L’isolamento a cui siamo stati costretti e la morte di migliaia di persone in tutto il mondo non sarà stato un sacrificio inutile se avrà risvegliato la nostra coscienza. 

In questi tempi mi accompagna il video di una canzone dei “Mumford and Son”  che si intitola Awake my soul”.

Le immagini esprimono in modo eloquente il senso della canzone. Una ragazza ha gli occhi chiusi. Attorno a lei ci sono le montagne innevate, ma lei non lo vede perché è chiusa nei suoi pensieri.

C’è un ragazzo che la cerca. Quando la trova canta per lei. Le canta vicino all’orecchio. Grida ma lei sembra non sentire. Sembra sorda. 

Perché la ragazza ha gli occhi chiusi? Forse perché preferisce i suoi pensieri alla realtà. Forse sente la voce del canto, ma non vuole rispondere perché ha paura.

Nonostante tutto il ragazzo continua a cantare finché la ragazza cede e apre gli occhi. Vede il panorama bellissimo che è sempre stato di fronte a lei. Il suo volto finora in bianco e nero diventa a colori. È come se rispondendo alla voce che la chiama la sua anima si risvegliasse e tutto prendesse un colore e un sapore nuovo.

Questa secondo me è la vera sfida di questo tempo. Dentro la realtà c’è qualcuno che canta per noi. La vita è un dialogo con Dio che ci interpella attraverso quello che succede. «L’unica condizione per essere sempre e veramente religiosi è vivere intensamente il reale» diceva don Giussani. Ogni circostanza contiene una chiamata di Dio. 

“Le circostanze per cui Dio ci fa passare sono un fattore essenziale e non secondario della nostra vocazione, della missione a cui ci chiama. […] Vivere la vita come vocazione significa tendere al Mistero [Dio] attraverso le circostanze in cui il Signore ci fa passare, rispondendo ad esse. […] La vocazione è andare al destino abbracciando tutte le circostanze attraverso cui il destino ci fa passare». [Giussani]

In questo tempo il Signore ci sta chiamando in modo misterioso e potente per risvegliare la nostra anima dal sonno. È una chiamata personale a cui solo tu puoi rispondere.