Lettera alla comunità – don Paolo, don Dino, don Michele, don Gerry, don Nicolò
Roma, 10 marzo 2020
Carissimi,
una delle storie che amo di più raccontare è quella di un gruppo di bambini che con i loro maestri stavano facendo una gita insieme. Per raggiungere la meta hanno utilizzato il treno, occupando un intero vagone. Il treno è partito e ad un certo punto, passando dentro una galleria, le luci interne del vagone si sono spente. Potete immaginare come i bambini abbiano reagito: chi ha iniziato a strillare, a piangere spaventato, alcuni poi, alzandosi, sono inciampati e caduti. Insomma è scoppiata una grandissima confusione.
Poco dopo, quando il treno è uscito dalla galleria e la luce del sole è ritornata dentro il vagone, tutte le maestre si sono messe a consolare i bambini, riportandoli al loro posto e tranquillizzandoli. In quel momento tutti si sono accorti che, un bambino era rimasto tranquillo e pacifico al suo posto, come se nulla fosse accaduto. Allora alcuni gli hanno chiesto: “Ma tu, perchè non ti sei spaventato, non hai pianto e sei rimasto così tranquillo?”. Il bambino con un sorriso sulla bocca ha detto: “Perchè io so chi guida il treno. E’ il mio papà!”
Questa storia mi accompagna sempre perchè mi aiuta a ricordare ciò che è più importante. Anche la nostra vita è come questo viaggio in treno e nessuno di noi può evitare che, nel tragitto, si debba passare attraverso gallerie buie di cui non sappiamo nulla, in cui non capiamo bene cosa stia succedendo, in cui l’illusione di poter tenere sotto controllo la nostra vita, mostra tutta la sua falsità.
Ma che grande differenza è la certezza che il treno della nostra vita è guidato da nostro Padre e che Lui sa meglio di noi dove condurlo. Che angoscia, invece, se non abbiamo idea di chi guidi il treno!!
Penso allora che questa “galleria buia” che ci è data da attraversare, sia un’occasione per farci questa domanda: c’è qualcuno che guida il treno della nostra vita?
Il cammino di questo periodo che si chiama Quaresima, ha incredibilmente questo unico scopo: ricordarci di essere figli nelle mani di un Padre, ricordarci che il Battesimo ci ha resi figli amati dal Padre.
Questo ci viene ricordato soprattutto guardando Gesù, il Figlio che è capace di abbracciare la croce, di perdonare chi gli sta facendo del male, perché pieno della certezza che il Padre, proprio attraverso la croce lo condurrà alla gloria della Resurrezione.
Forse, mai come quest’anno, ci è donato di immedesimarci con Gesù e di vivere il cammino di Quaresima come occasione per domandare e riconoscerci figli.
Il vero virus che ci riempie di paura, è più profondo di quello che vuole colpire il nostro corpo ed è il virus che ci fa credere di essere soli, orfani, in balia di una tempesta senza poter contare su nulla se non su noi stessi.
In questo tempo in cui sono state ridimensionate gran parte delle nostre abitudini, possiamo vedere più nitidamente ciò che vale, l’essenziale, che spesso è invisibile ai nostri occhi. Vediamo che il nostro continuo programmare e organizzare non sono nulla se non ci apriamo con fiducia alla volontà di Dio.
Vediamo quanto siamo legati, gli uni agli altri, e quanto sia importante ritrovarci, prendere un caffè insieme dopo la messa, guardarsi negli occhi, parlarsi. Ci accorgiamo di quanto i nostri amici siano necessari, perchè portatori di Qualcosa di misterioso, e cominciamo a intuire che il compimento di noi stesso è solo nell’amore fraterno, sincero, vero.
Ci è dato più tempo per le cose che amiamo: per stare con i nostri figli, giocare ad un gioco da tavolo, leggere con loro un libro o qualche semplice episodio della Bibbia e del vangelo.
In questo momento difficile, in cui ci viene chiesto di astenerci persino dagli abbracci e dalle strette di mano, possiamo scoprire il valore della preghiera che abbraccia e stringe a sé i nostri amici, i nostri medici, le persone malate, e vivere un contatto spirituale che non contagia, ma guarisce.
La nostra parrocchia è aperta tutti i giorni dalle 8:30 alle 18:30 per la preghiera personale. Noi sacerdoti siamo disponibili per le confessioni. Il mercoledì e il venerdì sarà possibile sostare davanti a Gesù Eucaristia nell’adorazione eucaristica.
Vogliamo anche dirvi che ogni sera, alle 19:00, nella celebrazione della messa portiamo tutte le vostre preghiere ed intenzioni davanti al Signore.
Ora che ci viene chiesto di stare lontani, nella preghiera possiamo riscoprirci più vicini.
don Paolo, don Dino, don Michele, don Gerry, don Nicolò
Grazie! Si vede che avete avuto un padre, immagine del Padre!
E per me siete il padre, immagine del Padre!
Grazie,
parole semplici, ma di gran conforto.
Un saluto a voi tutti e alla ns intera comunità. A presto.
Gaia
Grazie carissimi parroci. Bella questa storia. L’angoscia pervade la piccolezza umana il mistero che ci avvolge è talmente grande che ci fa miseri e sperduti. E di certo il virus non rinforza questo disagio che spesso accompagna l’essere umano. Ammiro voi che trovate sempre la luce divina una strada una certezza a cui appigliarsi e la vostra vicinanza religiosa conforta un poco. Io vi abbraccio e mi tufferò nelle braccia del mistero escatologico.