Padre Mauro Lepori – Frammento tratto dal libro “Simone chiamato Pietro” →
Un giorno passando per una strada affollata di Gerusalemme, in mezzo alla gente che si accalcava per vederlo, per ascoltarlo e chiedergli guarigioni, Pietro si accorse che i miracoli avvenivano anche se solo la sua ombra veniva a sfiorare i malati (cfr. At 5,15) […] Bastava dunque la sua ombra per compiere le meraviglie di Dio?
Si fermò un attimo ad osservare la sua ombra sulla terra polverosa e sudicia della via. Il sole era alto e l’ombra lo deformava, con la testa troppo attaccata al corpo e le braccia lunghe fino ai piedi. Istintivamente si rivolse verso il sole, come per misurarne l’altezza, ma dovette subito chiudere gli occhi, accecato. Quando li riaprì nella direzione della sua ombra, fu come se questa fosse stata illuminata al centro dall’impronta luminosa del sole rimastagli negli occhi, come se lo scarabocchio di se stesso, che gli stava davanti, avesse un cuore di fuoco che irradiava su tutto, anche sulla strada sudicia e sui pezzenti che si accalcavano per chiedergli pietà.
Si rammentò di una frase che un giorno Gesù aveva proclamato proprio lì, a Gerusalemme, durante la festa delle Capanne: “Io sono la luce del mondo” (Gv 8,12). Sì, solo Gesù era la luce, solo Cristo era il sole della vita, della sua vita e della vita di tutta quella gente. Eppure, non era il sole che guariva i malati, ma la sua ombra. Senza il sole non ci sarebbe stata l’ombra, ma senza l’ombra sembrava che non ci sarebbero state le guarigioni. Che mistero! Che la Luce di Cristo agisse nell’ombra! Pietro guardò ancora la sua ombra; la guardò con tenerezza, come si guarda un bambino. […]
Ripensò alle tante ombre della sua vita: al suo carattere, alla sua testardaggine, alle parole e alle azioni di cui si pentiva, a ciò che non aveva fatto; pensò soprattutto ai tre anni vissuti stretto a Gesù: quanto spreco di occasioni, quanta poca attenzione e docilità! E viveva con la Luce del mondo, col Signore dell’universo! E poi ancora e sempre, il rinnegamento, così meschino, così stupido, così gretto. Ombre, ombre, ombre ovunque, ombre sempre. Tutto in lui era ombra! Eppure, era proprio la sua ombra che guariva e salvava tutta questa gente. Eppure, la sua ombra era luce e vita per tutti quei poveri! Cristo si serviva proprio della sua ombra per manifestare al mondo la sua Luce divina!
Un’idea gli trafisse la mente e lo fece voltare di scatto verso il sole. Il sole non vede mai le ombre! Il sole manifesta la nostra opacità, ma lo fa illuminandoci, e l’ombra che si crea non è mai al suo cospetto. Ancora una volta Simone pensò allo sguardo di Gesù. Mai Gesù lo aveva guardato mettendo in evidenza la sua miseria, neanche nel cortile del sommo sacerdote [dove lo aveva rinnegato tre volte ndr.] Lo sguardo di Gesù illuminava sempre, illuminava tutti, persino Giuda, persino coloro che Lo crocifiggevano e Lo insultavano. Solo noi peccatori vediamo le ombre sul volto degli altri perché il nostro sguardo è privo di luce. Oh, certo Gesù conosceva la nostra opacità, ma il suo cuore non poteva che amarla, cioè perdonarla, redimerla, salvarla, purificandola con la luce del suo sguardo.
Un altro infermo, steso per terra, si alzo esultante, guarito dall’ombra di Pietro. Si mise a correre e a lodare Dio. Pietro non si mosse; guardò il suolo dove poco prima giaceva l’infermo. Ora la sua ombra era ancora più corta e la sua testa era ormai sparita nel tronco. Como sprofondata nel cuore. “Non crederti grande” le disse Simon Pietro, “sei buona soltanto perché il Signore guarda con amore la mia miseria!”.
Continuò il suo percorso con animo lieto perché la sua opaca umanità era ormai interamente segno e strumento della misericordia di Cristo.
“Senza il sole non ci sarebbe stata l’ombra, ma senza l’ombra sembrava che non ci sarebbero state le guarigioni.”
Stupendo. Mi ricorda un altro pezzo di Lepori “ogni fedeltà, anche tutta fragile e piena di cadute, permette a Cristo di fare il suo cammino nel mondo. […] Pensate che importanza da capogiro ha la nostra sequela, il nostro seguire veramente Gesù e quindi la nostra vocazione, il sì che diciamo alla nostra vocazione! […] Si tratta nientemeno che di permettere a Gesù Cristo di percorrere nel mondo il Suo cammino, la Sua strada.”
In altre parole, la mia ribellione impedisce a Gesù di operare nel mondo.