L’adorazione dei Magi

Padre Mauro Lepori

I Magi arrivano con tutto il seguito di persone e di animali. Sono appena scesi dai loro cavalli di razza.

Il più anziano è prostrato a baciare il piccolo piede di Gesù che è seduto sulle ginocchia di Maria. La sua corona è a terra, il suo mantello sta scivolando via dalla sua schiena. Il bambino Gesù gli tocca la sua testa calva con un gesto che sembra più uno scherzo di bambino piuttosto che una benedizione divina.

Il secondo mago, quello di mezza età, è già in ginocchio dietro di lui, comincia a piegarsi per prostrarsi anche lui ed è intento a togliersi il turbante e la sua corona.

Il più giovane dei magi è ancora in piedi, con la corona in testa e non è pronto ancora a mettersi in ginocchio e a prostrarsi, perché uno dei suoi servi è ancora occupato a togliere lo sperone dal suo piede sinistro. Quello del piede destro e già slegato, mentre la sua spada è consegnata a un altro servo dietro a lui che tiene anche le briglie del suo magnifico cavallo. Non è quindi ancora totalmente disarmato e svestito della sua corona per abbassarsi ai piedi del bambino Gesù.

Non si può adorare Cristo, principe della pace senza lasciarsi spogliare dalla propria dignità mondana e dalle armi che la difendono. Se il mago più anziano può prostrarsi prima degli altri non è tanto per una precedenza di onore e di forza, ma è perché la vita lo ha già spogliato e disarmato.