Siamo nati e non moriremo mai più!

 

Testimonianza di Eliana Carmina, moglie di Giuseppe Carmina, 33 anni, una delle otto vittime del crollo di quattro palazzi causato dallo scoppio di una bolla di gas creatasi nel sottosuolo di Ravanusa (Agrigento).

«Sono la moglie di Giuseppe, la mamma di Miriam e la mamma di Sara. Non voglio parlarvi del mio dolore che è immenso, ma voglio parlarvi della mia speranza, che voglio trasmettere a tutte le persone travolte da questa tragedia. Voglio principalmente invitare tutti a volgere lo sguardo alle cose che durano per sempre. Non fermiamoci al materiale che, come abbiamo visto, in un attimo, in uno scoppio, tutto è andato via, è svanito nel nulla. In questo dolore vi posso dire che Gesù ci ha inondato della sua grazia, della sua forza, a me ad Agata che abbiamo perso tutto o gran parte: Giuseppe è il mio tutto. Però vi posso dire che è arrivata una forza sovrumana, una serenità interiore che solo Dio può dare. La casa è vuota le nostre bambine chiedono in continuazione, piangono, il letto è diventato grande. I miei suoceri per me erano altri due genitori, e tutto questo ci manca. La croce è pesante, molto pesante. Però con Cristo tutto diventa più leggero. Non maledico Dio, continuo a benedirlo e a ringraziarlo perché ho la piena certezza, la viva certezza che Giuseppe e i miei suoceri sono in Cristo, in un posto migliore sicuramente di questo. È lì Giuseppe, con il suo sorriso contagioso; chi l’ha conosciuto ricorda con questo sorriso che ha contagiato tanti, e magari contagerà anche là. Il mio Beppe non è in quella bara, non c’è, perché lui vive per sempre. Oggi faceva il compleanno, vi posso dire che oggi è nato in Cristo, è vivo. E voglio completare queste due parole ricordando una frase di santa (in realtà è serva di Dio, ndr), di una mamma, Chiara Corbella Petrillo che diceva: “Siamo nati e non moriremo mai più”. Che questa sia la certezza per tutti voi che avete perso i vostri cari, come me, per tutti voi che portate nel cuore questa sofferenza enorme. Superatela pensandoli e vedendoli in Cristo e per loro non portate fiori o cose che marciranno, come questi corpi, ma per loro offrite la cosa più preziosa, che sono le vostre preghiere, la comunione e la Messa. Grazie a tutti per la vicinanza».

1 Commento

  1. Questa testimonianza mi ha molto emozionato, perché anche a me Dio ha dato la stessa forza e ne sono grata… specialmente quando mio nipote è morto, dopo tanti anni sofferenza e dolore… non piansi ma in cuor mio ero serena, sapevo che sarebbe volato in Paradiso. I mie cari defunti sono sempre con me, anche se non posso parlarci ed abbracciarli.

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