Rinascere

Don Palo Desandre – Domenica della divina Misericordia

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. (Gv 20, 19-20)

Mi ha sempre fatto riflettere questo fatto: la prima cosa che Gesù risorto fa è mostrare le sue ferite e, successivamente, invita Tommaso a toccarle, a entrarci dentro.

Ecco il metodo della resurrezione: non nascondere le proprie ferite, non far finta che non ci siano, non coprirle, non scandalizzarsene. 

Una ferita che non si cura, magari anche piccola all’inizio, prima o poi si aggrava, diventa peggiore e potrebbe anche farci morire.

Vedo in questo gesto di Gesù risorto un invito a consegnarsi, così come si è, al luogo dove la sua Provvidenza ci ha posto, alla Compagnia, alle persone grandi con cui il Signore vuole guidare la nostra vita.

Ricordo sempre una frase di don Massimo Camisasca, durante il mio primo anno di seminario: “Tutto ciò che non consegnerai, diventerà presto o tardi un macigno che ti schiaccerà!” Come sono vere queste parole e come già le ho potute sperimentare nella mia vita! 

Non è mai automatico ed è sempre drammatico questo consegnarsi, questo lasciar vedere le ferite, lasciare che altri vi possano entrare.

Eppure è solamente in questa consegna che possiamo fare esperienza di resurrezione e di una fioritura altrimenti impossibile.

Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». (Gv 20, 22-23)

Gesù Cristo con queste parole istituisce il sacramento della confessione. E’ l’unico sacramento istituito dopo la sua resurrezione, come a dirci che c’è anche per noi, ogni volta, la possibilità di risorgere nella vita, di rinascere.

Ed infatti, come nella prima creazione, noi portiamo al Signore il fango dei nostri peccati e Lui, nella sua potenza misericordiosa, rende possibile in noi una nuova creazione, una nuova nascita. 

Per questo i Padri della Chiesa chiamano la confessione, il “battesimo delle lacrime”.

5 Commenti

  1. Oggi sono andata in Chiesa per la prima volta dall’inizio della Quarantena. L’ ultima messa l’ho seguita a Piazza Madonna di Pompei, sabato 7 marzo.. si parlava già di “no assembramenti” e abbiamo optato per la messa del sabato sera. Il motivo di Madonna di Pompei è stato molteplice: un po’ perché è meno frequentata, un po’ per ricordi di infanzia (era la Parrocchia di “zona”) e un po’ perché speravo (ed è accaduto) di incontrare Gabriella, la mia catechista della Comunione con cui mi sento ancora tutt’oggi.
    Come dicevo questa mattina sono tornata in Chiesa.. dopo un mese e mezzo; Perché oggi? Perché essendo 1 maggio non lavoravo, e potevo stare in preghiera davanti al Santissimo esposto. E potevo confessarmi. E ho sperato di poter ricevere anche l’Eucarestia.
    Ed è accaduto tutto. Anche che mi commuovessi dopo aver ricevuto l’Eucarestia, come se fosse la mia prima volta in assoluto (la mia vera “prima comunione” è stata esattamente 33 anni fa, con Gabriella appunto). Ed è accaduto tutto (e non per caso), il 1 Maggio, primo venerdì del mese, del mese dedicato a Maria. Ringrazio per questo dono bellissimo.

  2. Rinascere… In questo periodo sembra di vivere in un limbo nell’attesa di una rinascita. Quante cose che riempivano la mia ora sembrano non essere poi così importanti. La mancanza di tempo anche a volte solo per pensare. Ora la vicinanza al Signore è sempre più vicina, mi sento rinata nella preghiera nella riflessione che tutto ciò è un segno un seme che il Signore ci sta dando per rinascere persone nuove. Vi ringrazio per la possibilità di preghiera che offrite per gli spunti di riflessione, ma soprattutto per farmi sentire anche se siamo distanti uniti in questa comunità
    Grazie
    Antonella

  3. Collegandomi al vangelo di Gv cap.20, 19-20 , indicato da Don Paolo e lasciandomi colpire dalle sue profonde e preziose riflessioni, desidero dirvi che a me questa parte di vangelo mi ha sempre fatto commuovere, poiché la sera stessa della domenica, giorno di resurrezione, Gesù ha voluto esserci in mezzo ai suoi amati discepoli, come un padre che cerca i suoi figli smarriti e amati e desidera rincuorarli che Lui è vivo ed è con loro e non li abbandonerà mai!!!! Come fanno i genitori.
    La sera dello stesso giorno, non giorni dopo o settimane dopo, ma subito, cogliendo e rispondendo a quel senso di vuoto e smarrimento che stringeva il cuore degli apostoli. Spettacolo divino.!!!
    Il Dio uomo, ormai trionfante sulla morte e che potrebbe godersi la vittoria, desidera conciliarsi con le sue creature facendogli ancora dono di sé a loro.
    Inizia qui il segno dell’abbraccio di Dio Risorto all’uomo e la certezza che il Signore non abbandonerà mai la Sua opera al pianto e al male.
    É il Dio con noi, il Dio che abbraccia, perdona, si commuove, desidera condividere tutto se stesso con noi, cosicché anche se grandi peccatori possiamo sempre attingere al Suo grande presente e infinito amore. Certi della Sua presenza che si riversa a noi senza limiti, possiamo stare in piedi di fronte al male , alla malattia, alle paure, anche morire e risorgere con Lui, poiché siamo una stessa creatura con Lui.
    Dio benedica la vostra fraternità missionaria. Grazie

  4. Consegnarmi, non nascondere la ferita ma curarla nel luogo e con le circostanze che il Signore mi ha posto come mie, che ha pensato per me… Quante emozioni contrastanti che ho patito nel consegnarmi! Ho sofferto molto, la vergogna, la paura di non essere compresa, il dolore è talmente pungente che porta alla lacerazione ma da quella stessa lacerazione entra speranza e serenità. Non sono solo parole, non è mera teoria: funziona proprio così! Portare alla luce la ferita, parlarne con la Compagnia non è semplice e genera molte tensioni interne, fa molto male ma non appena ho compiuto il primo passo tutto ha acquistato un senso nuovo. Il problema, il dolore non spariscono ma ho iniziato a toccare con mano che non sono sola. Andando in fondo alla ferita, non l’ho più nascosta e ha iniziato a guarire, e ho iniziato a guarire.
    Grata al Signore per la vostra guida e Compagnia.
    Un abbraccio grande. Marta

  5. Mercoledì sono passata in Chiesa, non l’avevo mai fatto in questi giorni
    Romano lavorava in ospedale, e quindi probabile portatore del virus.Avevamo deciso di limitare i contatti x non fare del male…
    Mi sono confessata e ricevuto l’eucarestia.
    Cari sacerdoti vi ringrazio veramente… xchè ci siete.
    Il vostro Si a Cristo, è veramente il dono più grande alla mia vita.
    Sto vivendo questo periodo di obbedienza, con una letizia di fondo piuttosto incredibile. Un’attesa che diventa pazienza e si trasforma in Grazia e Carità.
    Dirò delle cose blasfeme, mi sembra però così vero ciò che provo, che sento di fondo la letizia.
    Mi scopro sempre di più, anche nelle mille mancanze quotidiane… “quante volte ti sei ricordata di Lui oggi?”
    Mai abbastanza…
    Ieri tornando a casa dopo la mia visita in Chiesa, mi sarei abbracciata tutti quanti. Che roba… un fuoco!!!
    Ho rivisto Elisa ed Emanuele dopo più di un mese… ero emozionata come nel primo giorno.
    E ringraziavo il Signore… per avermi donato quella libertà… prima in chiesa e poi da Elisa mi ero detta… Per la mia prima uscita da quando ci siamo messi in quarantena…

    “… portiamo al Signore il fango dei nostri peccati e Lui, nella sua potenza misericordiosa, rende possibile in noi una nuova creazione, una nuova nascita.”
    Michela

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