Come un funambolo

Emanuela Di Pietri

Come un funambolo è
questa mia situazione.

Il voler restare in equilibrio,
ma sopra cosa?

Da una parte la disperazione,
dall’altra la speranza che
tutto questo non dipenda da me.

In equilibrio
su tutte le aspettative
su tutte le pretese
mie e altrui
su tutto ciò che sono.

In equilibrio su questa vita
che sembra inventarsele tutte
per far cadere me,
povero funambolo.

Per lasciar perdere
tutte le pretese,
tutte le aspettative,
ciò che sono.

In equilibrio.

Per non sbagliare,
per rispondere a tutto.

Da una parte la disperazione
dall’altra la speranza che
tutto questo non dipenda da me.

E se la soluzione
fosse ciò che la vita suggerisce?
Cadere.

E se la condanna,
la disperazione
non fosse già
questo mio voler restare in equilibrio?

Cadere.

Ci vuol più coraggio per
cedere alla speranza che
tutto questo non dipenda da me,
che cercare di mantenere
questo straziante equilibrio.

Su tutte le aspettative
su tutte le pretese
mie e altrui
su tutto ciò che sono.

Ma per cosa poi?

Cadere,
in ginocchio,
ai piedi di questa speranza.

Unica soluzione
alla mia situazione
che è
come un funambolo.

Ma cadere
significa morire.

Siamo disposti a morire
per vivere?

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